...una voce...tante emozioni...un viaggio...tante voci...un libro...le voci in viaggio...
Siamo un gruppo di persone che Ama la lettura e ha deciso di mettere in valigia storie, racconti, fiabe, poesie e di partire per un lungo Viaggio, in mezzo alla gente.
Ad ogni tappa del nostro cammino trasmettiamo con la nostra Voce emozioni che partono da Viaggi lontani, a volte persi nel tempo.
Leggendo parole scritte da vite più o meno note, ma che hanno lasciato un segno nella storia del mondo, possiamo leggere la vita di tutti i giorni e cominciare a scrivere quella che verrà.
L’emozione più grande è leggere negli occhi e nel cuore di chi ti ascolta la condivisione di ciò che arriva dalla nostra anima.
Ed è l’inizio di un nuovo Viaggio…


Le Voci Consigliano

mercoledì 18 marzo 2015

Ci sono giorni...












Ci sono giorni in cui ti senti morire
nonostante
la natura che rinasce.
E' la luce di marzo
il mese delle idi
che taglia il coraggio alla radice
mentre spuntano le prime gemme
Finalmente è limpida
questa inquietudine
e come il paradosso della vita
ne traggo nutrimento e disperazione

Andrea Libero

martedì 10 marzo 2015

C'è qualcosa di banale in ciò che ci circonda?





La banalità del male: il riassunto del libro di Hannah Arendt


è un libro della filosofa tedesca naturalizzata statunitense Hannah Arendt (1906-1975), un libro scomodo che pone domande che non avremmo mai voluto porci e che dà risposte che non hanno la rassicurante certezza dei ragionamenti manichei. Un libro che per questo provocò, al suo comparire, nel 1963, accese discussioni e pesanti critiche all'autrice.
Si tratta del resoconto dedicato al giudizio di uno dei principali esecutori materiali dell'Olocausto, scritto da Hannah Arendt tra il 1960 e il 1964, costituito dall'unione di cinque articoli pubblicati sul New Yorker solo nel febbraio-marzo 1963, e che successivamente è stato pubblicato sotto forma di libro che troviamo in libreria con il titolo de La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme.
Un libro, quella della Arendt, che ha provocato un terremoto nell'America dell'epoca e non solo. Un testo contestato fin da subito, destinato a far discutere e ormai diventato un classico inserito nei programmi di gran parte dei corsi universitari di filosofia teoria politica. Ma non c'è troppo da stupirsi sui tempi: la Arendt non era una giornalista, ma una fine analista, la sua non è una cronaca dei fatti, ma una salda cogitazione che parte dal processo per giungere alla conclusione dell'assoluta normalità dell'accusato e proprio per questo della pericolosa potenza di disumanizzazione di un discorso, quello totalitario già più volte da lei stessa sviscerato, capace di applicare un'assoluta riduzione dell'umano ad ingranaggio.
Eichmann, burocrate per eccellenza, non mostra alcun rimorso e incarna nella fredda e meticolosa ripetizione dei dati un attaccamento irragionevole non alla sua opera, ma a quella religiosamente promulgata dal regime. E lì che risiede la spersonalizzazione, il dualismo che lo caratterizza, segnata dalla relativa interruzione di ogni dialettica interiore, l'intelligenza umana si fa mera deriva strumentale, ed apre la strada ad un abisso nel quale anche le vittime partecipano di un doloroso assopimento.
Una conseguenza estratta con rigore filosofico che valse alla Arendt ogni sorta di ostilità da parte delle comunità ebree ben radicate nel tessuto newyorkese, ma anche dell'opinione pubblica, che si limitò in molti casi a rigettare la sua tesi abominevole come l'impossibile difesa di un mostro e a preferire quella più rassicurante di male radicale, promulgata da molta parte della letteratura sull'olocausto e anche dall'amico Hans Jonas, senza rendersi conto, oppure sapendolo e volendone evitare a tutti i costi le conseguenze, che la banalità indicata da Hannah è di natura ancora più insidiosa e assoluta, proprio in quanto accanito perturbatore della stessa nozione d'umanità, ma presente in essa come possibilità e non estraneo, ragione per la quale Eichmann avrebbe dovuto esser condannato per aver attentato alla base stessa dell'umano.
http://www.booksblog.it/post/122228/la-banalita-del-male-riassunto-hannah-arendt

lunedì 2 marzo 2015

DALLA SCHIAVONIA VENETA ALL’ “ONGHERIA” GUZIRANJE

 
 

GUZIRANJE,
VENDITA AMBULANTE
DALLA SCHIAVONIA VENETA
ALL’ “ONGHERIA”

 
Domenica 8 marzo 2014, ore 09.00
Tribil Inferiore Comune di Stregna – Udine

Portavano per le strade d'Europa il "mondo alla rovescia" e le vite dei santi; i romanzi cavallereschi e le piccole mercanzie. I Guziranje delle Valli del Natisone erano infatti merciai ambulanti, che con il loro carico di meraviglie prendevano la strada del mondo. Un mondo che si apriva, in particolare ad est, con il suo potenziale commerciale, soprattutto grazie ad una certa continuità linguistica con la parlata della Slavia veneta. Un simile vantaggio era stato calcolato perfettamente dalla tipografia Remondini di Bassano del Grappa, che dalla metà del XVIII secolo si era rivolta proprio agli abitanti di queste valli per far conoscere e vendere i suoi prodotti (stampe e libri) nell'area balcanica, e poi sempre più ad est.
Ci addentreremo all'interno di questa storia affascinante e poco conosciuta ricalcando a piedi i sentieri dei Guziranje: da Tribil Inferiore, passando per le località di Varch, Clinaz, Gnidovizza, fino a Tribil Superiore. Al percorso sui merciai ambulanti, se ne sovrapporrà un altro, immancabile, sulla Prima guerra mondiale, che culminerà con la visita al museo Balus di Tribil Superiore. Infine proseguiremo salendo fino al Monte Hum, sede di un interessante osservatorio naturalistico e luogo privilegiato per godersi gli straordinari panorami sulle Valli del Natisone, sul Matajur e sulla catena del Kolovrat. Per chi lo desidera, ci sarà la possibilità di pranzare a Dughe di Stregna nell'agriturismo "La casa delle rondini".
Programma:
ore 09.00 iscrizione e registrazioni a Tribil Inferiore (quota m 603);
ore 10.00 arrivo a Varch (quota m 616);
ore 11.00 arrivo a Tribil Superiore – visita al Museo Balus (quota 670);
ore 13.00 arrivo in cima al monte Hum (quota m 912);
ore 14.00 ritorno e recupero delle automobili (con auto navetta messa a disposizione dall'organizzazione);
ore 15.00 per chi lo desidera pranzo a Dughe nell'agriturismo "La casa delle rondini".

Menù  Agriturismo La Casa Delle Rondini:
- antipasto di salumi e formaggi di produzione propria;
- "kuhnja z zlico" (minestra di brovada);
- spezzatino di manzo con polenta e radicchio alla nostra maniera;
- acqua e vino in tavola e caffè di cumino come saluto finale.
18€ a persona
Percorso: si snoda su sentiero CAI di circa 10 km , con 309 m di dislivello.
Costo: 10 euro e comprende le guide, il ristoro a Tribil Superiore e l'auto navetta per il recupero delle macchine.
Indicazioni stradali: giunti a Cividale, seguire le indicazioni per San Pietro al Natisone. In località Ponte San Quirino proseguire per San Leonardo,Topolò, Kolovrat. A Scrutto – Comune di San Leonardo – seguire le indicazioni per Stregna e poi per Tribil Inferiore. (Cividale-Tribil Inferiore: 26 km).
Accompagnatori: Antonio De Toni e Donatella Ruttar, ideatrice del Progetto: “La finestra sul mondo Slavo”.
Altre informazioni:
Sono necessari: abbigliamento da trekking, scarpe comode, acqua secondo le proprie esigenze. Sono graditi gli amici a quattro zampe.
Per info e prenotazioni:
Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica Turismo FVG
Pro Loco Nediške Doline - Valli del Natisone
349 3241168 – 339 8403196 (attivi tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00)
info@nediskedoline.it - www.nediskedoline.it - www.vallidelnatisone.eu
Ufficio I.A.T. Turismo FVG Valli del Natisone
Pro Loco Nediške Doline – Valli del Natisone
sito web: www.nediskedoline.it o www.vallidelnatisone.eu

Posta elettronica: info@nediskedoline.it
Cell. 349 3241168 – 339 8403196 (attivi tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00)
 
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