...una voce...tante emozioni...un viaggio...tante voci...un libro...le voci in viaggio...
Siamo un gruppo di persone che Ama la lettura e ha deciso di mettere in valigia storie, racconti, fiabe, poesie e di partire per un lungo Viaggio, in mezzo alla gente.
Ad ogni tappa del nostro cammino trasmettiamo con la nostra Voce emozioni che partono da Viaggi lontani, a volte persi nel tempo.
Leggendo parole scritte da vite più o meno note, ma che hanno lasciato un segno nella storia del mondo, possiamo leggere la vita di tutti i giorni e cominciare a scrivere quella che verrà.
L’emozione più grande è leggere negli occhi e nel cuore di chi ti ascolta la condivisione di ciò che arriva dalla nostra anima.
Ed è l’inizio di un nuovo Viaggio…


Le Voci Consigliano

mercoledì 30 giugno 2010

Verticali2010


Il prossimo incontra sarò in salita. Saremo Verticali come le pareti delle montagne che circondano il rifugio Scarpa. Maria Teresa e Renzo ci accoglieranno a casa loro e ci lasceranno raccontare storie Verticali. Saranno salite verso il cielo o discese verso il centro della terra. Viaggi quotidiani di fatiche, solitudini, pericoli come quelli che si possono vivere in montagna. Un altro Viaggio...ed è già ora di preparare la Valigia.

Nuove storie


...un altro Viaggio. Ieri sera il Mondo di Zaff si è popolato di nuovi personaggi. Il loro calore ha effuso nell'aria idee, sorrisi, sguardi carichi di Storie diverse. Le Voci in Viaggio hanno profuso le proprie parole nell'atmosfera e dal vapore è sgorgato un distillato profumato e denso di Altre Parole. Con delicatezza abbiamo raccolto e posto in valigia l'elisir corroborante. Lo berremo con calma e devozione per portare in giro Parole Nuove.
Grazie a tutti.

giovedì 17 giugno 2010

le parole che valorizzano la differenza...


Le Voci in Viaggio ieri sera hanno iniziato a provare le letture per la serata del 29 giugno 2010. Saremo al Bar Radio Golden in occasione della rassegna "Pride 2010 le parole che valorizzano la differenza" ospiti dell'ass.ne Shake. L'imbarazzo, la titubanza sono state spazzate dalla voglia di mettersi in gioco su argomenti ancor oggi, purtroppo spinosi, scomodi a volte maledetti. Ed è così iniziato un nuovo viaggio.
La rassegna è iniziata martedì 15 giugno con le letture eseguite da componenti della Colonna Infame ed è stata seguita da un buon pubblico, sia nel numero che nella qualità delle teste: ciò che conta di più. Prosegue martedì 22 giugno con il Collettivo di Ricerca Teatrale e terminerà martedì 29 giugno con le Voci in Viaggio.
Vi aspettiamo ad una nuova fermata per partire per un nuovo viaggio.
Un abbraccio.

lunedì 14 giugno 2010

riflessioni

La vongola si è aperta. Finalmente.
Si era discusso sull’opportunità di mangiare la carne di un mollusco rimasto chiuso durante la cottura. Ma si tratta solo di un guscio vuoto. Così, apparentemente, non c’è più problema e mia madre continua ad arrotolare i suoi spaghetti.
Mia madre ha smesso di interessarsi alla vongola quando questa ha dimenticato se stessa. Tuttavia, la vongola chiusa era una vongola a tutti gli effetti, in quanto esisteva come possibilità. E’ stata mia madre a farla cessare di esistere e a farla passare per falsa. Quella vongola che non c’era esisteva tramite il guscio. Ma se la vongola era il suo guscio mia madre avrebbe dovuto mangiarla.
Ho pensato altre volte a quegli spaghetti. All’idea che mia madre aveva del mollusco e a quella diversa che il mollusco aveva di sé. Ciò che mia madre non ha considerato abbastanza è stato quello che invece la vongola era unicamente. Un guscio.
Per questo genere animale, oltre a una marcata predilezione gastronomica, ho sempre nutrito un certo ulteriore interesse. La sua collocazione sociale nel mondo ittico è quella della solitudine monadica, segno di solidità e autosufficienza interiore. Di contro, la vongola vive in gruppo, tenendosi ad una costante equidistanza dal simile di cui, si intuisce, ignora l’esistenza. E’ lo stupore, più che il disgusto dell’altro, a far strabuzzare gli occhi e la lingua delle vongole nel marasma del lavandino in cui le precipitiamo prima della cottura. Si suppone che si tocchino sul guscio l’una con l’altra, per la prima volta, riconoscendosi dure e impenetrabili e al contempo tenere e gioviali, ricche di una profondità insospettabile per degli esseri di superficie.
Tutte insieme, le vongole vivono nell’arenile immerso, al limitare tra gli abissi e le sabbie calde della prima terraferma. Con quella loro linguina giallognola e tenera, sembra che tastino millimetro per millimetro i granelli infiniti della spiaggia su cui hanno perduto le tracce di chissà cosa. E’ come se questi molluschi dal cuore tenero – convinti come sono di essere soli al mondo per via del pesante guscio che da esso li separa – cercassero pazientemente un simile a cui raccontare un segreto senza origine.
Sta di fatto che da sempre, allungandomi sulla sabbia tiepida della prima mattina estiva e guardando il mare, ho immaginato il brulichìo delle vongole sotto il pelo dell’acqua e il velo di sabbia che le nasconde alla vista. Mi sono parse loro la vera sintesi di questo confine mobile tra gli abissi della terra, del cielo e del mare.
Un guscio che rende invisibile il mondo e un cuore che si strugge in cerca di compagnia.
(dal blog di Simone Perotti)
per riflettere e cercare...nella sabbia....sulla strada...dentro agli occhi...in un sorriso...in un respiro